“… FONDAZIONE IN ASSISI DI UN COLLEGIO CONVITTO PER I FIGLI DEGLI INSEGNANTI…”

 

 Quando nel 1850 il regno sardo piemontese sanzionò le famose leggi Siccardi seguite da quelle non meno severe del Rattazzi che prevedevano – tra l’altro – la soppressione di qualsiasi riconoscimento giuridico degli ordini religiosi una delle conseguenze fu quella che condusse all’espropriazione di molti beni ecclesiastici.

A questa sorte non sfuggì neanche il Sacro Convento che si erge in Assisi quasi ai piedi della Basilica di S. Francesco strapiombante nella collina, superba e maestosa opera di ingegneria.

Con provvedimento del R. Commissario Straordinario dell’Umbria Marchese Gioacchino Pepoli dell’11-Xll-1860 furono soppresse le corporazioni religiose, i capitoli, le chiese collegiate delle provincie umbre consentendo, tuttavia, ai membri delle corporazioni soppresse di godere ancora dei loro beni “sino a che saranno (essi membri n.d.r.) ridotti ad un numero minore di tre”. Sicchè è solo dopo l’entrata in vigore della Legge generale del 7 luglio 1866 (esattamente nel gennaio 1867) che il monumentale edificio fu sottratto ai frati minori conventuali e lo storico assisano Giustino Cristofani fu il primo ad avanzare l’idea di ospitarvi un “Orfanotrofio” (sic) per i figli dei maestri elementari italiani.

In tal modo si sarebbe evitata la rovina cui inevitabilmente sarebbe andato incontro il Convento. Ma il vero ideatore e propugnatore instancabile di un di un Collegio Convitto in Assisi fu l’insigne Prof. Raffaello Rossi di Urbino (come del resto lo stesso Storico Cristofani riconobbe nell’edizione del 1875 de le “STORIE DI ASSISI”) che un giorno del 1869, proveniente dalla vicina Perugia ove dirigeva la Scuola Tecnica, venne in Assisi per far visita ad una sua cugina.

Conquistato dalle bellezze della città e dalle sue opere d’arte rimase attonito e fortemente colpito dalla vista del famoso monumento che è il Convento di S. Francesco e, in particolare, dall’ampio e storico cenobio che si offriva alla sua vista deserto e abbandonato.

Nacque così nell’illustre umanista, come si rileva in una monografia del Sighele (uno dei più celebri Rettori ed educatori emerito che ebbe il Collegio n. d. r.), “l’idea di fondare una grande istituzione ove potessero trovare ricovero ed avere una conveniente istruzione ed educazione i figli di coloro che spesero la vita nell’educare e istruire i figli del popolo.

Incoraggiato dai conforti e dagli aiuti del Municipio di Assisi, si fece apostolo della nobile idea, e per la prima volta la manifestò nel congresso pedagogico di Torino del 1870. La proposta ebbe il plauso universale e subito entrò nel periodo di attuazione. A Firenze il luglio 1870 si costituì il “Comitato Promotore per la fondazione in Assisi di un Collegio convitto per i figli degli Insegnanti elementari con ospizio per gli insegnanti benemeriti”.

 Nel 1871, mercé l’opera dello stesso Rossi, si fondarono Comitati e Sotto Comitati e si aprirono sottoscrizioni in tutta Italia per la raccolta di fondi. I congressi pedagogici di Napoli (1871) e di Venezia (1872) appoggiarono i voti del Congresso di Torino; al IV Congresso pedagogico di Bologna (1874) il Comitato centrale fece la relazione dell’opera da esso fino allora compiuta e si votò un ordine del giorno con cui si raccomandava agli insegnanti di offrire una giornata del loro stipendio a beneficio del Convitto; il Prof Rossi fu il primo a sottoscrivere la prima nota che venne fatta circolare tra gli insegnanti; finalmente per opera di Ruggero Borghi, allora Ministro della Pubblica Istruzione, la nascente istituzione trovò sanzione con il R.D. del 20-XII-1874 con il quale fu decretata l’istituzione di 52 posti gratuiti “da essere goduti nel collegio convitto di Assisi da figli di insegnanti”.

 Successivamente, sempre a firma di Vittorio Emanuele e R. Bonghi la Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia n. 64 del 18-3-1875 pubblicava il R.D. n. 2388 del 18-2-1875 con il quale “Il Collegio convitto di Assisi per i figli degli insegnanti veniva eretto in ente morale, dichiarato pubblico istituto educativo dipendente dal Ministero della Pubblica Istruzione e veniva statuito, con l’art. 2. che “In esso collegio verranno raccolti, istruiti ed educati i figliuoli degli insegnanti pubblici nazionali e di preferenza quelli degli insegnanti elementari”.

Dal 4-X-1875, giorno in cui si tenne una cerimonia solenne cui presenziò lo stesso Ministro Bonghi il collegio convitto ebbe sede nell’ex Convento di S. Francesco opportunamente adattato. Il 4-X-1927 in coincidenza del VII centenario francescano, dopo lunghe e laboriose trattative il Sacro Convento fu restituito all’Ordine dei Minori Conventuali. Nello stesso giorno venne inaugurato il nuovo edificio che sorge nella parte alta della città tra Porta Cappuccini e i giardini pubblici su un’area di 18200 mq. e alla cui realizzazione contribuirono l’Amministrazione del Santuario, lo Stato e il Comune di Assisi ed ebbe un costo di lire 5.150.000.

Il collegio, dopo le ferite sofferte dalle varie occupazioni intervenute durante la seconda guerra mondiale, riprese a funzionare arricchito di nuove attrezzature. Esso è in grado di ospitare fino a 220 allievi che frequentano le scuole pubbliche dell’obbligo per poi proseguire presso i licei classico e scientifico o gli istituti magistrale, per ragionieri o geometri.

Gli allievi completano la loro preparazione culturale e fisica per merito delle molte iniziative della direzione del collegio. All’uopo è da sottolineare che l’Istituto si avvale di una ricca biblioteca, di una sala-teatro, di una ben dotata palestra coperta, di una piscina coperta e di campi da gioco di cui uno per la pallacanestro, sport quest’ultimo che ha consentito al collegio in questi ultimi anni di fregiarsi di numerosi trofei a conclusione di lusinghieri campionati regionali e anche di carattere nazionale.

Gran parte degli allievi che lasciano il collegio una volta conseguito il diploma della scuola media superiore, proseguono gli studi universitari e non pochi sono quelli che si sono affermati e si vanno affermando nelle libere professioni, nella carriera della pubblica amministrazione e in quella militare andando ad ingrossare il lungo elenco di quelli delle passate generazioni che diedero lustro al collegio e che sarebbe ben arduo qui citare.

E.R.